Un breve ricordo di Padre Francesco De Vico nel 175° anniversario della morte.

Padre Francesco De Vico nacque a Macerata il 19 maggio 1805, studiò prima ad Urbino dai gesuiti, poi a Siena. Il 23 dicembre 1823 entrò nella Compagnia di Gesù a Roma, dove, oltre agli studi di teologia si dedicò all'Astronomia affiancando Padre Stefano Dumouchel (1773 – 1940), l'allora direttore della specola del Collegio Romano, nelle osservazioni.

Ottenne risultati importanti specie nell’osservazione delle comete: il 23 agosto 1832 per primo rivide la cometa di Biela. Il lavoro che lo rese noto agli astronomi dell’epoca fu il calcolo delle posizioni della cometa di Halley (una famosa cometa con un periodo di circa 78 anni) che gli permise di rivederla per primo il 5 ottobre 1835.

Nel 1837 divenne sacerdote e nel 1838 direttore dell'Osservatorio del Collegio Romano, ma già da tempo gli era stata assegnata la cattedra di Matematica e Astronomia presso lo stesso Collegio.

Tra i suoi primi lavori come direttore ci fu la determinazione delle coordinate dell’Osservatorio. Calcolò la latitudine osservando 4005 passaggi al meridiano di molte stelle, mentre per la longitudine collaborò con l’Osservatorio di Napoli misurando il ritardo nell’osservazione delle stelle cadenti.

Notevoli furono anche gli studi sugli anelli e sui satelliti di Saturno: c’è chi ritiene che possa avere visto la divisione di Encke ancor prima di Johann Franz Encke (1791 – 1865) stesso e sicuramente riscoprì Mimas ed Enceladus, che nessuno aveva più visto dopo la scoperta di Frederick William Herschel (1738 – 1822) del 1789. Per l’osservazione di satelliti adottò per primo la tecnica di schermare il disco di Saturno producendo una sorta di eclisse che permettesse di veder i piccoli satelliti del pianeta.

Uno dei principali lavori fu la determinazione del periodo di rotazione di Venere. Heinrich Wilhelm Olbers (1758 – 1840) e Heinrich Christian Schumacher (1780 – 1850), a conoscenza della sua meticolosità nelle osservazioni, lo invitarono a contribuire alla risoluzione della polemica tra Francesco Bianchini (1662 – 1729) e Giacomo Cassini (1677 – 1756) sulla durata della rotazione di Venere. Tra lui e i suoi collaboratori fecero più di 6000 osservazioni, molte anche di giorno (sembra che sia stato il primo a farle), ed ottenne valori di elevata precisione. Oggi sappiamo che il valore da lui misurato era errato, in quanto gli astronomi dell'epoca non erano a conoscenza del fatto che la superficie di Venere è perennemente ricoperta da nubi.

Osservò sistematicamente anche le nebulose, facendo molti disegni particolareggiati, con l’intento di realizzare un catalogo e determinò la posizione di molte di esse in base alle stelle principali a loro vicine.

Tra il 1844 e il 1847 scoprì ben 7 comete due delle quali periodiche che portano il suo nome: la 54P/DeVico-Swift e la 122P/DeVico.

Intraprese la descrizione di tutto il cielo visibile alla latitudine di Roma, fino alle stelle di 11ª magnitudine. Riuscì a descrivere tutte le zone del cielo dallo Zenit fino 52° di distanza zenitale. Questo lavoro (perso?) non fu mai portato a termine perché nel marzo del 1848, a seguito degli eventi politici nello Stato Pontificio che portarono alla fondazione della Repubblica Romana e alla cacciata dei gesuiti, lasciò volontariamente l'Italia con l'intento di recarsi negli Stati Uniti dove avrebbe dovuto insegnare alla Georgetown University.

Passando da Parigi venne accolto con grandi onori; nel maggio del 1848 lasciò questa città e si recò a Londra e anche qui ricevette grande attenzione dalla comunità scientifica, in particolare da John Herschel che fece di tutto per farlo rimanere offrendogli anche la direzione dell'Osservatorio di Madras (in India).

Il 19 maggio del 1848 partì per New York dove arrivò il 14 luglio. Fu ricevuto con gran calore dalla comunità scientifica e ottenne un invito anche dal presidente degli Stati Uniti James Knox Polk (1795–1849). Per un paio di mesi visitò le città americane della costa orientale, ma prima di assumere la direzione dell'Osservatorio di Georgetown volle ritornare in Europa per raccogliere qualche altro confratello disperso.

Durante il viaggio di ritorno in Inghilterra si ammalò (sembra di febbre tifoidea) e morì a Londra il 15 novembre 1848 nonostante le cure prestategli dai massimi luminari di medicina inglesi. È sepolto in questa città nel cimitero cattolico di Celsea.

Il 21 e il 22 ottobre 2005 a Macerata si è commemorato il bicentenario della nascita di Padre Francesco De Vico. Le manifestazioni sono state promosse dal Liceo Scientifico “G. Galilei” di Macerata (all'atto dell'attribuzione del nome alla scuola De Vico era uno dei candidati), dal Centro Nuova Cultura di Macerata, dall’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano - Comitato di Macerata, dal Centro “Padre Matteo Ricci” di Macerata e dall’Associazione Astrofili “Crab Nebula” di Tolentino che in quell'occasione ha intitolato l'Osservatorio di Monte d'Aria all'astronomo maceratese.

Un cratere di 22.1 km, situato nella porzione in basso a sinistra della faccia della Luna visibile dalla Terra, porta il suo nome.

Nel 2007 gli è stato intitolato l'asteroide 20103 scoperto il 6 maggio 1995 da Rodolfo Calanca a Cavezzo (MO).